5 cose che non sapete sulle olive, incluso il perché sono amare

5 cose che non sapete sulle olive, incluso il perché sono amare
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Ad esempio, sapete perché le olive sono amare? Per il loro alto contenuto di polifenoli. Per il consumo da tavola, infatti, devono prima subire un trattamento in salamoia, che varia a seconda di gusti e tradizioni. In casa, si possono riporre le olive in un vaso di terracotta, coprirle d’acqua e farle riposare per un mese, il tempo necessario a eliminare il sapore amaro, ricordando di cambiare l’acqua ogni giorno. Preparare poi la salamoia, chiudere il vaso e lasciarle maturare per 4 mesi prima del consumo.

Sapete poi che le olive sono digestive? Tutte le olive stimolano l’appetito e favoriscono la digestione. Quelle nere contengono una minor quantità di carboidrati e sono più digeribili rispetto a quelle verdi, ma hanno contenuto lipidico e calorico leggermente superiori.

Pronti per altre 5 curiosità sulle olive?

  1. Le olive sono uno dei pochi cibi che hanno tutti e quattro i sapori fondamentali: dolce, salato, amaro e aspro.
  2. L’olivo è il frutto più coltivato al mondo. Tra il 1960 e il 2004 la sua coltivazione nel mondo è triplicata. Il 95% della produzione avviene nei Paesi Mediterranei; leader è la Spagna (45%), seguita da Italia, Grecia, Turchia e Marocco.
  3. Le olive molto mature si possono conservare anche mettendole sotto sale, un procedimento usato in Spagna, ma soprattutto Marocco, Turchia e Mediterraneo orientale, che produce poca fermentazione. Oppure potete farle seccare al sole: con l’acqua se ne andrà via l’amaro, e si avranno delle “olive passe”.
  4. La Tapenade è una salsa gustosa, tipica della cucina francese, a base di olive. Le olive, verdi e nere, si tritano grossolanamente con capperi e acciughe, mischiati con olio e sale e fatalmente spalmati su una croccante baguette. Il nome viene da quello delle olive in Provenza, regione che insieme alla Costa Azzurra ha un grande tradizione olivicola nel Paese. In realtà salse simili sono diffuse anche in Italia, e la prima ricetta scritta, romana, risale al I Sec DC.
  5. Le olive ascolane, oltre a essere un cultivar dop, sono anche uno dei piatti simbolo della Marche. La ricetta nasce dalla città di Ascoli Piceno e risale all’anno 1800. Si tratta di olive fritte ripiene di carne, che i cuochi delle nobile famiglie locali inventarono per poter consumare le grosse quantità di carni che si ritrovavano in cucina, dovute ai dazi versati dai contadini ai loro padroni.
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