Il salmone allevato fa male? Parliamone

Il salmone allevato fa male? Parliamone
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In un’epoca in cui la consapevolezza alimentare è sempre più diffusa, molti si chiedono se il salmone allevato sia una scelta sana e sostenibile. Con l’aumento della domanda globale di pesce, gli allevamenti ittici sono diventati una fonte primaria di salmone, ma le preoccupazioni riguardanti la qualità del pesce allevato, l’impatto ambientale e i potenziali rischi per la salute sono numerose. Esaminiamo i pro e i contro di questo popolare prodotto ittico per fare chiarezza e aiutare i consumatori a fare scelte più informate.

Profilo nutrizionale del salmone allevato

Il salmone è noto per il suo alto contenuto di Omega-3, proteine di alta qualità e vitamine come la D e la B12. Tuttavia, ci sono differenze significative tra il salmone selvaggio e quello allevato. Il salmone allevato tende ad avere una carne più grassa a causa dell’alimentazione e delle condizioni di allevamento, ma mantiene comunque un buon profilo nutrizionale.

Valori nutrizionali tipici:

  • Calorie: Circa 185 kcal per 100 grammi di salmone crudo.
  • Proteine: 18,4 g (24,3 g dopo cottura)
  • Grassi: 12,0 g (8,2 g dopo cottura)
  • Carboidrati: 1,0 g
  • Colesterolo: 59 mg

I grassi del salmone sono prevalentemente polinsaturi, con alte percentuali di Omega-3, che sono essenziali per la salute del cuore e del cervello. Il salmone allevato è anche ricco di vitamine del gruppo B, provitamina A e minerali, rendendolo un alimento nutriente​.

Tuttavia, è importante notare che il profilo nutrizionale del salmone allevato può essere influenzato dal tipo di mangime utilizzato negli allevamenti. I mangimi a base di farine di pesce e oli vegetali possono alterare il contenuto di Omega-3 e introdurre sostanze indesiderate.

Preoccupazioni per la salute

Il salmone allevato è spesso soggetto a critiche a causa delle condizioni di sovraffollamento negli allevamenti, che aumentano il rischio di malattie tra i pesci. Per prevenire infezioni, gli allevamenti utilizzano antibiotici e pesticidi, che possono accumularsi nel tessuto del pesce e avere effetti negativi sulla salute umana.

Contaminanti ambientali

Il salmone allevato può essere esposto a vari contaminanti ambientali, inclusi policlorobifenili (PCB) e metalli pesanti come il mercurio. Questi inquinanti possono accumularsi nel tessuto del pesce e avere effetti negativi sulla salute umana.

Mangimi industriali

L’alimentazione dei salmoni allevati è spesso basata su mangimi industriali che possono contenere ingredienti artificiali e additivi chimici. Questi mangimi possono influire negativamente sulla qualità nutrizionale del salmone, riducendo il contenuto di acidi grassi Omega-3 e introducendo sostanze chimiche indesiderate.

Impatto ambientale del salmone allevato

L’allevamento di salmone ha un impatto significativo sull’ambiente, spesso superiore a quello di altre forme di acquacoltura. Ecco alcuni dei principali problemi ambientali legati agli allevamenti di salmone.

Sovraffollamento e inquinamento

Gli allevamenti intensivi di salmone sono spesso caratterizzati da un alto tasso di sovraffollamento, che può portare a un aumento della produzione di rifiuti organici. Questi rifiuti possono accumularsi sul fondo marino, causando ipossia e la distruzione degli habitat bentonici​.

Utilizzo di antibiotici e pesticidi

Per gestire le malattie e i parassiti nei salmoni allevati, gli allevatori utilizzano spesso antibiotici e pesticidi. Queste sostanze chimiche possono diffondersi nell’ambiente circostante, contaminando le acque e influenzando negativamente altre specie marine.

Alimentazione e sostenibilità

La produzione di mangimi per salmoni allevati richiede grandi quantità di pesce selvatico, utilizzato per produrre farine e oli di pesce. Questo processo può contribuire alla pesca eccessiva di specie selvatiche, mettendo ulteriormente a rischio gli ecosistemi marini. Alcuni allevamenti stanno cercando di ridurre l’uso di farine di pesce utilizzando alternative a base vegetale, ma la sostenibilità di questi mangimi è ancora oggetto di dibattito​. 

Ciò premesso, è importante dire che c’è salmone allevato e salmone allevato.

Sono molti gli impianti di allevamento oggi attenti alla qualità dei loro pesci, al benessere animale all’interno delle vasche e che, non ultimo, pongono altissima attenzione all’ambiente.

Ad esempio allevamenti scelti, come quelli posti in aree aperte di confluenza fra correnti fredde dei mari del nord e correnti più calde provenienti dal golfo del Messico, permettono un’alta ossigenazione delle acque che risultano così più pulite, ideali per una crescita sana e naturale del pesce. 

Inoltre, la cura nel mantenere una bassa densità di popolazione all’interno di queste vasche fa si che il pesce abbia più spazio per muoversi, condurre una vita naturale ed ossigenarsi. Una bassa densità di popolazione vuole anche dire un minor accumulo di detriti organici sui fondi marini e acque più pulite. La bassa densità riduce anche l’uso di antibiotici o il proliferare di parassiti. Tutto ciò non va solo a vantaggio del benessere e della salubrità del pesce, ma anche dell’intero habitat circostante.

Nei piccoli allevamenti c’è una maggior attenzione alla qualità del mangime e un controllo costante alla salute dei pesci e soprattutto il rispetto del naturale ciclo vitale del pesce,  fondamentale per non forzare la natura con stimolatori della crescita.  

Oggi enormi sforzi vengono posti in essere anche per spostare questi allevamenti dal mare alla terra ferma, con accortezze tali da rendere questi impianti assolutamente sostenibili dal punto di vista ambientale e scongiurare fughe accidentali che metterebbero a serio rischio la fauna selvatica di queste zone. 

Differenze tra salmone selvaggio e allevato

Quando si parla di salmone, è fondamentale distinguere tra quello selvaggio e quello allevato, poiché differiscono significativamente in origine, gusto, consistenza e impatto ambientale.

Il salmone selvaggio vive in ambienti naturali come fiumi e oceani, nutrendosi di una dieta naturale che include gamberetti e plancton. Questo conferisce alla sua carne un gusto più marcato e una consistenza più soda, vellutata. Le carni appaiono più asciutte e magre poiché ricche di grassi animali naturali. Invece, il salmone allevato viene cresciuto in gabbie marine e alimentato con mangimi industriali. La carne è molto ricca di grasso vegetale, ciò è dovuto all’alta presenza di vegetali, quali la soia, nei mangimi per salmone.​

Dal punto di vista nutrizionale, il salmone selvaggio è generalmente più ricco di acidi grassi Omega-3, essenziali per la salute del cuore e del cervello. Tuttavia, il salmone allevato, pur contenendo Omega-3, può avere un profilo nutrizionale inferiore a causa della dieta forzata dall’uomo e della possibile presenza di antibiotici e pesticidi utilizzati negli allevamenti​.

Il salmone selvaggio non è contaminato da antibiotici o ormoni della crescita e il gusto delle sue carni non è influenzato dal gusto dei mangimi. Il colore non è omogeneo: può andare dal rosso intenso, al rosato fin anche al bianco — come per esempio nel prelibato White King) — perché il suo nutrimento rispecchia ciò che trova in natura. La colorazione del salmone d’allevamento è standard perché la pigmentazione è determinata dall’astaxantina (colorante naturale), una sostanza aggiunta nei mangimi.  

Consigli per un consumo consapevole

Mangiare salmone d’allevamento, se proveniente da impianti certificati e ben localizzati, non  è certamente dannoso per la salute. Ma se si è alla ricerca di un prodotto dalle qualità organolettiche e nutrizionali superiore, è consigliabile optare per un salmone selvaggio certificato da organizzazioni come “Friend of the Sea” o “MSC”. È sempre comunque bene variare la dieta includendo altre fonti di Omega-3 come sardine e semi di lino. Informarsi sull’origine e il metodo di produzione del salmone acquistato può fare una grande differenza nella qualità e nella sostenibilità del prodotto che si porta in tavola. 

Leggere attentamente le etichette e preferire prodotti provenienti da allevamenti che adottano pratiche sostenibili può contribuire a ridurre l’impatto ambientale e migliorare la salute personale.

Nonostante le critiche, il salmone allevato presenta anche diversi vantaggi. In primo luogo, la maggiore disponibilità e il costo inferiore rispetto al salmone selvaggio lo rendono accessibile a una fascia più ampia di consumatori, permettendo a più persone di beneficiare dei suoi nutrienti. Gli allevamenti possono contribuire a ridurre la pressione sulla pesca del salmone selvaggio, aiutando a preservare le popolazioni selvatiche. Inoltre, molte aziende stanno migliorando le pratiche di allevamento, adottando misure per ridurre l’uso di antibiotici e pesticidi, migliorare la qualità del mangime e minimizzare l’impatto ambientale. Le tecniche di allevamento più avanzate e sostenibili possono offrire un prodotto di qualità, sicuro per il consumo e meno dannoso per l’ambiente. 

Optare per salmone allevato certificato e informarsi sulle pratiche degli allevamenti può aiutare i consumatori a fare scelte più consapevoli e responsabili.

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